Questo il titolo dell’ultimo libro di Costante Vasconetto che fa un’opera di recupero, attraverso la memoria, di tante (quasi tutte) di quelle attività che furono messe in campo nel corso degli anni Ottanta, Novanta e Duemila per i malati psichici, prima dal Servizio di Psichiatria, poi attraverso alcune articolazioni esterne quali la cooperativa La Proposta, ma poi soprattutto da una di queste emanazioni, il Circolo La Pergola .
Furono attività tra le più varie: dal cineforum, al teatro, dall’atelier di pittura ai viaggi turistici in cui i nostri malati trovarono la possibilità di incontro e socializzazione tra di loro e con il resto della società. Queste attività infatti avevano tutte la caratteristica di utilizzare, oltre ad alcuni operatori, una robusta quantità di persone “laiche”, esterne cioè ai servizi, per portare all’interno il tocco della società “normale” che molti dei nostri conoscevano poco. Ma anche viceversa, per far conoscere tra le persone cosiddette “normali” i nostri malati ed il loro modo di pensare e vivere.
Ma perché – qualcuno chiederà – costruire con i fiori? perché una delle attività che ebbe maggior successo fu intitolata così. Consisteva nella creazione di composizioni floreali lasciate all’estro ed alla fantasia dei/lle partecipanti. Fu guidata dall’indimenticabile Donata Neri.
Il libro ha il grande merito di ricostruire una sorta di inventario delle attività messe in campo in quegli anni che furono almeno una ventina e adesso rileggendolo, anche noi che ci abbiamo partecipato a vario titolo, ci rendiamo conto di quanto quegli anni furono intensi e prolifici.
Il libro, il cui titolo completo è: “COSTRUIRE CON I FIORI Gioco creativo o spazio terapeutico” – a cura di Costante Vasconetto è edito per i tipi della Nuova Immagine. Purtroppo esce in questo brutto periodo che non gli permette di essere presentato e adeguatamente promosso come sarebbe stato giusto fare.
Da qualche giorno è comunque in diverse librerie e l’invito che facciamo a tutti è di leggerlo per rendersi conto che anche a Siena in quegli anni c’è stato uno sforzo di fare psichiatria alternativa.
Così… per non dimenticare, come titola l’introduzione.