Il vento del ’68 toccò anche il Conolly

Più che una vera recensione del bel libro che Luca Luchini ci ha regalato qualche settimana fa ( Siena fu vero ’68? – Editrice Betti) queste poche righe vogliono cogliere una spigolatura che interessa il nostro blog. Il libro merita una completa e attenta recensione, ma quello che viene raccontato verso la fine è, anche per il nostro blog, davvero interessante.

Infatti, a pag. 199, inizia un capitolo così intitolato: “Le dure accuse al nostro manicomio”, nel quale si riporta di un servizio di Mino Monicelli, fratello del più conosciuto regista, che per il suo ruolo di giornalista d’inchiesta scrive del manicomio di Siena sull’Espresso nell’Agosto del ’68.  Il servizio prende spunto dalle condizioni del quartiere Conolly e così racconta: “23 celle con bugliolo e 2 senza, dove i bisogni si fanno per terra e poi passa il solito malato schiavo a pulire”. Il suo racconto, dopo aver citato impietosamente altri aspetti delle condizioni in cui si viveva al Conolly, non si ferma ma si estende a tutto il complesso ospedaliero che viene descritto come un vero lager dove avviene di tutto.

rassegna stampa

L’accusa di Monicelli, forse un pò enfatizzata per attirare l’attenzione del grande pubblico, creò un pò di sconcerto e l’allora Presidente della Provincia Peris Brogi si vide costretto a rispondere in qualche modo attraverso le colonne del Nuovo Corriere Senese. In quell’intervista fece alcune ammissioni sullo stato di degrado e lanciò la sua proposta di costruire un nuovo Ospedale Psichiatrico con circa 300 posti letto destinato agli acuti e il cui utilizzo avrebbe permesso di dar modo e tempo per una ristrutturazione del San Niccolò.

Esisteva a tal proposito un progetto il cui costo ammontava a 2 miliardi e 400 milioni. Il dibattito apertosi in una Siena, che sentiva anche allora il San Niccolò come un fiore all’occhiello, sfociò poi in una questione di rette non pagate da parte della Provincia di Grosseto e piano piano la cosa perse interesse e non se ne parlò più, e la città riprese il suo tranquillo tran tran.

Ma il vento del cambiamento era ormai iniziato e di lì a poco (un decennio) sarà promulgata la legge 180.