Che strana stanza di analisi era quella! Si trattava di un locale molto grande con annessa cucina e bagno, usato di solito dal gruppo locale delle Giovani Esploratrici. Era piena di quadri, libri, trofei ed […]
Categoria: riflessioni
2 – Freud, scoperte e invenzioni
Se questo racconto fosse un film, comincerebbe stringendo l’inquadratura sul viso serio, austero e pensoso di un giovane uomo di un’età tra i trenta e i quaranta. La barba e i baffi neri e rigogliosi […]
1 – I perché di una proposta
Quando fu inaugurato il quartiere Conolly la psicoanalisi ancora non esisteva, ma la sua nascita era vicina. Per questo ho pensato che l’argomento avesse diritto di cittadinanza anche in questo blog. Comincia così oggi […]
Qualche riflessione in più
Oggi, a mente fredda, vorrei provare a aggiungere qualche riflessione in più sugli esiti del censimento del Fai che ha visto il padiglione Conolly piazzarsi al 27simo posto della classifica nazionale. Le considerazioni sul risultato […]
Il panopticon: sorvegliare per rieducare *
In quest’ultimo periodo si è spesso parlato del padiglione Conolly e c’è una parola che è di solito associata a quell’immobile: panopticon, parola derivante dal greco di facile interpretazione: tutto vedere.
Vorrei dedicare il pezzo di oggi proprio al panopticon, svolgendo qualche riflessione tra le molte che quell’idea ha sempre stimolato. Il panopticon, infatti, è un vero e proprio serbatoio di considerazioni anche di grande attualità.
Sappiamo che il modello del vero panapticon, categorizzato da Jeremy Bentham nel suo “Panopticon or the inspection house”, prevedeva che le celle, disposte a raggera, avessero pareti trasparenti davanti e dietro (ma non sui lati, per impedire che i detenuti – pazienti solidarizzassero tra loro), in modo che la luce permettesse di vedere e controllare in ogni ora del giorno e della notte le attività del recluso. Da una torretta, simile a un faro e posta al centro della raggiera, il guardiano controllava, attraverso persiane schermate che così non permettevano di capire se in quel momento si era osservati o no. In più attraverso una sorta di precursore del telefono, costituito da un insieme di tubi, presente in ogni cella, il custode poteva, quasi fosse la voce di Dio, farsi presente col condannato per dare raccomandazioni, proibizioni ecc.